Holly

L4, Barceloneta Paseeig de Gracia, sera di domenica 25 maggio 2014.

Oliver Hutton, eri tu. Stesse sopracciglia, occhi grandi, stessa altezza, capoccia rotonda, capelli rotondi, spallette rotonde, fisico asciutto, zainetto e abbigliamento da calcetto in spiaggia. Incredibile, non avrei mai potuto pensare fossi reale, e che non invecchiasse in tutti questi anni. Quando ti guardavo facevo emenda, in casa c’era ancora il divanone di velluto marrone. Tanto brutto quanto comodo, compagno di pomeriggi annoiati davanti alla tv con i rumori di mia madre in cucina e le sigle e le pubblicità e una e paolo Bonolis con gli occhiali grandi. E tutto era grande, più grande, e più luminoso del mio divano confortevole e marrone.

se avessi avuto compagnia in quel pomeriggio in metro, avrei avuto la baldanza di fermarti e parlarti, ti avrei detto lo so chi sei, sei Holly, di Holly e Banji. Come non li conosci? Ma non lo sai che sei il protagonista di un cartone animato giapponese? Giochi a calcio affrontando molte difficoltà, sei orfano di padre, un rapporto forte con il tuo allenatore, la sfida con ill tuo rivale di sempre, il super Figo Banli, i gemelli cattivi… Mentre tu sei in squadra con Bruce, un tipo con i capelli da vecchio e le soraccigliattaccate tonto da morire. Tu riesci a tirare certe bombe che il pallone si insalciccia e riusciamo a vederlo in moviola attraversare il campo che per l’occasione si allunga, e noi siamo sulle spine della suspance per sapere se farai gol o no. Poi finisce la puntata e domani ricomincerà con il tuo pallone che è ancora in aria. Quante ne sapevano questi giapponesi di tecniche narrative. 

Invece no. Sono scesa, o sei sceso, non me ne sono accorta. So che sei tornato a casa da Mila, che ora vivete assieme. Secondo me siete una bella coppia.

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